COMUNITÁ PASTORALE MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

Comunità Pastorale

Maria Regina

degli Apostoli

Barzago

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Bulciago

La parola del parroco

Vivi, in attesa del Dio dei viventi

Sarà per la nebbia, sarà per l’autunno che avanza, sarà per le giornate che si accorciano, o per le ricorrenze che caratterizzano i suoi primi due giorni, ma spesso definiamo novembre il “mese dei morti”.

È molto bello invece guardare in profondità, e cogliere che novembre è il mese che inizia con il giorno gioioso dei santi che ci preannuncia la bellezza del paradiso e al compimento della vita dei discepoli di Gesù; è il mese che ci fa celebrare la festa di Cristo Re, ci fa contemplare la sua gloria; nella nostra comunità e in particolare a Barzago è il mese della festa solenne del santo Crocifisso, e ultimo, ma non per importanza, è il mese in cui iniziamo l’Avvento. Potremmo allora definirlo un mese di vita, un mese di pienezza!

Se la festa dei santi, la festa di Cristo Re e la Festa del santo Crocifisso di Barzago ci fanno sperimentare tutta la cura e l’attenzione di Dio per noi e ci insegnano che Dio non è il Dio dei morti, ma dei vivi, volevo però soffermarmi principalmente a considerare il tempo di Avvento, aiutato da alcune riflessioni di Papa Francesco, perché le settimane che ci porteranno al Natale siano un periodo propizio di grazia, di fede, di speranza, dove davvero la nostra vita nell’attesa del Signore possa veramente rifiorire.

Nel tempo di Avvento “svegliamoci dal sonno” e chiediamoci: “sono consapevole di ciò che vivo, sono attento?”. Cerco “di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose?”. Perché “se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi”. Così commentava Papa Francesco in una breve catechesi  dedicata alla riflessione sul Vangelo di Matteo, e alla bella promessa che contiene: “Il Signore vostro verrà”.

 Questo, sottolinea, “è il fondamento della nostra speranza, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene. Non dimentichiamolo mai!”. Perché sempre “il Signore viene, ci fa visita, si fa vicino, e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio”. Dobbiamo però farci due domande, chiarisce il Papa: “Come viene il Signore? E come riconoscerlo e accoglierlo?”. Per rispondere alla prima, abbiamo sentito tante volte, ricorda, “che il Signore è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla”. Ma forse noi, distratti, crediamo sia solo una verità “teorica”, oppure che il Signore “venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso”.

 E invece Gesù dice che avverrà “come ai giorni di Noè”, cioè mentre gli uomini facevano “le cose normali e quotidiane della vita: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito»”.

Dio è nascosto nella nostra vita, si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta in queste. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni.

Riguardo alla seconda domanda: “come riconoscere e accogliere il Signore?”, Francesco sottolinea che “dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti”. Perchè Gesù ci avverte del “pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita”. Sant’Agostino, ricorda il Pontefice diceva: “Temo il Signore che passa” cioè temeva che passasse e lui non lo riconoscesse.

Infatti, nel Vangelo, “di quelle persone del tempo di Noè, Gesù dice che mangiavano e bevevano «e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti»”.

Non si accorsero perché “Erano presi dalle loro cose e non si resero conto che stava per venire il diluvio”. Infatti, Gesù dice che, quando Lui verrà, “due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato”. Qual è la differenza? Semplicemente che uno è stato vigilante, capace di scorgere la presenza di Dio nella vita quotidiana; l’altro, invece, era distratto, ha “tirato a campare” e non si è accorto di nulla.

Questo allora l’invito di Papa Francesco per il tempo di Avvento: “Lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio?”

Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose? Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, restiamo vigilanti! E attenti.

Per questo in Avvento proporremo la Compieta alla domenica sera, per questo il mercoledì mattina celebreremo la Messa alle 6.00, per questo proporremo dei gesti di concreta carità, per non rimanere assopiti, per non rimanere indifferenti, per non essere distratti al Signore che viene continuamente in mezzo a noi! La nebbia (che forse non c’è più) non ci offuschi, l’autunno che avanza non ci demoralizzi, e le giornate che si accorciano non ci intristiscano, sono solo segno di una rinascita, per noi, seguaci di un Dio vivo che ci vuole vivi!

                                                     Don Giovanni