COMUNITÁ PASTORALE MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

Comunità Pastorale

Maria Regina

degli Apostoli

Barzago

Bevera

Bulciago

La parola del parroco

Gesù mi aspetta sorridente

Quando leggerete questo articolo avremo appena celebrato la solennità di tutti i Santi, la commemorazione dei defunti e ci staremo preparando alla festa
di Cristo Re che a Barzago coincide con quella del Santo Crocifisso. Sono appuntamenti ricorrenti che scandiscono i passi della vita delle nostre parrocchie e della nostra comunità pastorale. L’Avvento è inoltre alle porte, ci accompagnerà ancora una volta al Natale, ma ecco che il ritmo della routine consueta a questo punto, almeno per quest’anno, si interrompe. A Natale, in questo Natale 2024, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro a Roma si darà inizio al Giubileo del 2025: il Giubileo della Speranza. Avremo più occasioni per riflettere e scoprire storia, tradizione, arte e spiritualità legati a questo evento che la Chiesa ripropone ogni 25 anni. Non mancheranno anche proposte concrete di pellegrinaggi a Roma o in alcune delle chiese giubilari della nostra diocesi. Mi sono chiesto però come poter accompagnare la mia comunità in questo anno di grazia, con quali sentimenti viverlo, con quali atteggiamenti accogliere questo dono.
Innanzitutto, il Giubileo è occasione per alimentare la speranza. “Finché c’è vita c’è speranza”, “la speranza è l’ultima a morire” … sono detti popolari che a volte non sappiamo più neppure perché li ripetiamo. Per noi la speranza in realtà è qualcosa di serio, di decisivo, possiamo sperare ancora, oggi, perché da 2025 anni Dio ha deciso di intraprendere un cammino accanto a noi, ha voluto esserci vicino, ha voluto condividere con noi ogni cosa, addirittura il dolore e la morte.

La nostra speranza è questa: Dio si è fatto uomo per aprirci la via del cielo. La nostra speranza è perciò indirizzata verso il cielo nella vita eterna. Potrebbero strapparci tutto, ma non il nostro essere figli di Dio e la speranza dell’eternità beata con lui.

Penso che il Giubileo possa inoltre essere occasione per ritrovarsi come figli, come pecorelle smarrite di cui Dio va in cerca. Non basta aprire le porte sante, bisogna anzitutto aprire l’animo a Dio, che sempre bussa alla porta del nostro cuore. Quante volte ci sentiamo autosufficienti, quante volte ci sentiamo noi i bravi che devono andare a cercare le pecorelle smarrite senza metterci mai in discussione. Talvolta poi ci sembra di vivere il contrario, di essere, cioè, smarriti, dimenticati da tutti e con una vita che non vale la pena attraversare. Se poi ci guardiamo attorno penso che potremmo constatare la stessa cosa a partire dalle notizie che riguardano il nostro pianeta: un mondo che crede di poter vivere senza Dio e allo stesso tempo un mondo ferito e pieno di fatiche e dolori. A tutto questo si impone come rimedio evidente la misericordia di Dio, che lungi dall’essere un placebo per ogni male è invece invito paziente di Dio a ritrovare fiducia in lui, a lasciarsi amare da lui e a vedere il suo volto che si illumina e gioisce per ciascuno dei figli perduti che ritornano a casa, non perché perfetti, ma perché abilitati a gustare il suo amore.

Infine, il giubileo penso che sia occasione di sosta per rimettersi in cammino. Le soste, lungo qualsiasi tipo di viaggio sono fondamentali. Danno respiro, sono riposanti, permettono di ricaricare le forze e danno maggior lucidità per guardare la strada percorsa e quella che ancora rimane da fare. Mi piace rileggere il giubileo così, con questo canto, imparato da bambino, che a volte eseguiamo ancora a Messa.
“Quando cammino per il mondo, il Signore cammina avanti a me, lo riconosco tra la gente, di ogni razza e nazionalità! A volte però mi fermo, perché la strada è faticosa, allora anche Lui si siede laggiù e mi aspetta sorridente”.

Vorrei vivere il giubileo con voi così: in cammino seguendo Gesù, con la possibilità di vederlo che mi aspetta sorridente ogni volta che mi fermo e non riesco a stare al suo passo.

Quando nel tempio di Gerusalemme iniziava l’anno del Giubileo si suonava il “Jobel” una tromba particolare dedicata solo a questo annuncio. E allora, in attesa che le trombe squillino, iniziamo a custodire la speranza, a lasciarci ritrovare da Dio e a vedere il volto sorridente di Gesù che ci aspetta ad ogni sosta. Il giubileo è ogni 25 anni, ma per 25 anni si può vivere con la grazia che da esso scaturisce!

Don Giovanni