COMUNITÁ PASTORALE MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

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I buoni propositi

È la prima domanda che Dio rivolge all’uomo nella Bibbia. Adamo, complice con Eva per avere ascoltato il serpente, disobbedendo a Dio, si accorge di essere nudo e si nasconde.

Mi piace iniziare così, con questi pensieri che condivido con voi, il prossimo tempo di Quaresima.

“Adamo, dove sei?”, ma al posto di Adamo, potremmo mettere il nostro nome e chiederci dove siamo noi, a che punto siamo del nostro cammino di vita, di cristiani e discepoli del Signore. Abbiamo a disposizione quaranta giorni di grazia per convertire e chiedere al Signore di cambiare il nostro cuore. Ma ogni itinerario di conversione nasce sempre dalla percezione di chi siamo e cosa stiamo vivendo.

Da adolescente, negli anni ’90, quando ero animatore all’oratorio, ricordo che nel 1994 il tema dell’oratorio estivo era “Dipingi la luce”, legato alla figura e alla storia di Santa Chiara d’Assisi. Finite le settimane di oratorio la nostra suora e il seminarista Paolo, divenuto da lì a qualche anno prete, consegnarono a ciascuno una piccola croce con una frase di santa Chiara d’Assisi che conservo ancora: “Medita senza mai stancarti il mistero della Croce”.

Forse perché reduce dagli esercizi spirituali ad Assisi, ecco che queste parole sono riaffiorate alla mia mente e al mio cuore.

Dove sono rispetto a Dio, a volte non lo si può dire con certezza…non sempre è facile avere chiara percezione del cuore, dello stato della nostra fede e della salute della nostra anima.

Però se ci chiedessero dove vorremmo essere, come discepoli del Signore potremmo voler desiderare di essere lì, sotto la sua croce e contemplare il suo amore. Per questo mi viene in aiuto uno scritto antico, ma sempre molto affascinante: “L’Imitazione di Cristo”.

Al capitolo XI del secondo libro così riporta: “Scarso è il numero di coloro che amano la croce di Gesù. Oggi, di innamorati del suo regno celeste, Gesù ne trova molti; pochi invece ne trova di pronti a portare la sua croce. Trova molti desiderosi di consolazione, pochi desiderosi della tribolazione, molti disposti a sedere a mensa, pochi disposti a digiunare. Tutti desiderano godere con Lui, pochi vogliono soffrire per Lui. Molti seguono Gesù fino alla distribuzione del pane, pochi invece fino al momento di bere il calice della passione.

Molti guardano con venerazione ai suoi miracoli, pochi seguono l’ignominia della croce. Molti amano Iddio fin tanto che non succedono avversità. Molti lo lodano e lo benedicono soltanto mentre ricevono da lui qualche consolazione; ma, se Gesù si nasconde e li abbandona per un poco, cadono in lamentazione e in grande abbattimento. Invece coloro che amano Gesù per Gesù, non già per una qualche consolazione propria, lo benedicono nella tribolazione e nella angustia del cuore, come nel maggior gaudio spirituale. E anche se Gesù non volesse mai dare loro una consolazione, ugualmente vorrebbero sempre lodarlo e ringraziarlo”.

Bellissimo poter dire così di “Amare Gesù per Gesù”, senza nessun altro motivo. Potrebbe essere allora proprio questo desiderio e questo proposito a guidare il nostro cammino quaresimale. Potremmo fare tanti digiuni, astinenze, rinunce, preghiere, via Crucis, ma senza questo desiderio fondamentale di trovare posto presso la sua croce, faremmo poca strada, sarebbe tutto volontarismo, senza risultati.

Invece, seguendo Gesù, abbracciando la sua croce, potremmo davvero sperimentare ciò che promette ancora l’autore dell’Imitazione di Cristo: “Se porti la croce di buon animo, sarà essa a portarti e a condurti alla meta desiderata, dove ogni patimento avrà quella fine che quaggiù non può aversi in alcun modo”. 

Se da una parte ci è complesso ammettere la qualità della nostra fede, il luogo esatto in cui siamo nel nostro pellegrinare in questa vita,

ma al contempo sentiamo forte il richiamo del cuore a stare sotto la Croce di Cristo, una buona chiave interpretativa per ritrovare la bussola della nostra identità di cristiani e di battezzati potrebbe essere quella di invocare il suo aiuto. Potremmo pregare domandando a Lui: “Signore, dove sono? Quali passi ancora ho da fare? Cosa mi manca e che turba la mia esistenza?”. Di certo la sua risposta non tarderà ma anzi potremmo trovarla racchiusa al capitolo 43 nel libro di Isaia dove l’oracolo di Dio recita così: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te, i fiumi non ti sommergeranno; se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare; poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo”.

Attraverso questi versetti traspare la novità del nostro Signore. Dio non dice infatti dove siamo noi, ma dicendoci dove è lui ci svela il segreto essenziale di ogni cammino! Lui è con noi e noi con lui!

L’augurio allora per ciascuno, in questa Quaresima, sia quello di scoprire il proprio posto, di coltivare i propri desideri come discepoli del Signore, ma soprattutto di gustare la presenza del Signore vicino a noi. Solo questa pace e sicurezza in Cristo è capace di convertirci e di darci un posto nuovo, un cuore nuovo e una vita nuova!

                                                            Don Giovanni