COMUNITÁ PASTORALE MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

Comunità Pastorale

Maria Regina

degli Apostoli

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La parola del parroco

La verità vi farà liberi

Anni fa, qualche mese prima di essere ordinato prete, insieme ad alcuni compagni di seminario ho percorso come pellegrino il cammino di Santiago, itinerario che nasce nel medioevo e che, partendo dalla Spagna e attraversandola, conduce al sepolcro dell’Apostolo Giacomo. Incontrando molte persone durante il tragitto, ci siamo accorti che non tutti lo avevano intrapreso con le stesse motivazioni: chi era alla ricerca di sé stesso, chi alla ricerca di Dio, chi voleva un’esperienza nuova, chi lo praticava per sport, chi era lì perché invitato da altri. Ancora oggi in molti scelgono questo cammino – sembra ormai quasi una moda – che non è l’unico di questo genere, esiste infatti anche la via Francigena, che partendo dal nord della Francia porta a Roma e da qui può proseguire per giungere fino a Gerusalemme.

Oggi in Occidente si sceglie volentieri di camminare e fare i pellegrinaggi, attraverso i reticolati che queste vie creano, per purificarsi e fare esperienza. È bello e aiuta. In altre parti del mondo ci sono invece milioni di persone che per scappare da luoghi di guerra o di carestia, dove manca acqua e cibo sono costretti a mettersi in viaggio a piedi per mesi interi: significati diversi dell’apparente medesima azione.

La letteratura inoltre ci aiuta a capire che ci sono differenti modi per camminare e di interpretare l’esperienza del pellegrinare. Ad esempio, il cammino del mitico Narciso che per la sua vanità e insensibilità si innamora di sé e si pietrifica; è il rischio che si corre mentre si diventa uomini adulti, quello di guardare solo a sé senza pensare agli altri e a Dio.

Esiste anche il modo di camminare di Icaro che sfida Dio volando verso il sole. Fuggire da Creta non era un’impresa molto facile. Ma Icaro sceglie di volare come suo padre Dedalo a cui però disobbedisce e va dritto verso il sole, inebriato dalla velocità delle sue grandi ali. È il cammino di chi pensa che invece di obbedire (ob-audire, sentire con l’Altro) è meglio sfidare Dio e le sue leggi.

Pieno di fascino rimane anche il viaggio di Ulisse che lottando contro un destino duro e vincendo molte prove rimane concentrato sul suo obiettivo: il ritorno a casa, a Itaca. Il suo è, in un certo senso, un viaggio di crescita e di scoperta di sé. Ulisse deve fare affidamento sulla sua astuzia, sulla sua forza e sulla sua resistenza per superare le prove che gli dei gli impongono.

La sfida può essere anche quella di scegliere come Abramo a cui Dio chiede di obbedire al suo comando di uscire dalla propria terra e di andare dove Egli lo vuole condurre.

C’è anche il cammino degli apostoli che sono chiamati a seguire Cristo fino a Gerusalemme.

Nella pagina del Vangelo di Giovanni che si legge sempre nella terza domenica di Quaresima, detta appunto “di Abramo”, sono contenute queste parole preziose di Gesù: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Mi sono sempre chiesto cosa volesse dire “Conoscere la verità”.  Penso che sia proprio questo il vero senso del nostro cammino cristiano. Verità non è tanto un concetto, ma verità è una persona, il Figlio di Dio. È l’incontro con lui ciò che dobbiamo considerare come inizio e meta del nostro percorso di libertà. Tutti vorremmo essere liberi, cioè, vorremmo smettere di subire la vita, con le cose che ci accadono, come una realtà che ci opprime, che ci costringe, che ci limita nelle nostre scelte. La libertà che è venuto a portare Gesù non ha nulla a che vedere con l’oppressione dell’Impero Romano, né tanto meno con le semplici circostanze. Egli è venuto a portarci un livello di libertà che rimane intatto in ogni situazione. Potremmo chiamare questa libertà “libertà interiore”. Essa consiste nella capacità di non dipendere più da ciò che accade fuori di te, da ciò che pensano gli altri, ma di vivere con un livello di pace e gioia che niente e nessuno potranno mai turbare. Non significa smettere di soffrire o rimanere indifferenti a ciò che ci accade attorno, ma semmai consiste nel non essere più messi in discussione nella nostra parte più profonda, quella che ci fa restare in piedi davanti alle circostanze. Possiamo essere turbati ma non più disperati. Potremmo soffrire ma non fino al punto di maledire la vita. Potremmo non capire tutto ma senza pensare che nulla vale più la pena di essere vissuto. Questa libertà è frutto di una frequenza con Gesù. Più stai con Lui e più cresce questa libertà interiore. In questo senso dovremmo dire che uno dei doni più belli della fede è proprio quello di generare persone libere così. Di questa libertà ha bisogno l’intero pianeta perché troppo spesso il mondo che viviamo è sempre intriso di democrazia ma manca della libertà basilare che è appunto la libertà interiore.

Ecco allora il cammino di Quaresima, un cammino verso la libertà che, restando ancorato alla verità che è Gesù, attraverso i Vangeli di queste Domeniche e nelle vicende e nei dialoghi che contengono, ci fa scoprire sempre più qualcosa di lui e qualcosa di noi, della sua e della nostra verità; ecco il cammino della Via Crucis 

dove, seguendo Gesù che porta la Croce, scopriamo sempre più la verità del suo amore per noi e la verità del nostro essere amati; ecco il cammino della nostra Quaresima fatto di penitenza, di preghiera, di digiuno, di carità che ci portano a sperimentare cosa vuol dire essere liberi.

In fondo essere liberi vuol dire intraprendere il cammino per conoscere noi stessi, fino in fondo, per dire la nostra verità e ovvero essere figli e figlie di un Dio che vuole il nostro bene, creati a immagine di Gesù e quindi capaci di agire come lui se istruiti al suo cammino.

Alla fine della vita “Non ci sarà chiesto perché non sei stato come Mosé?”, ma “Perché non sei stato te stesso?”, che in altri termini significa perché non hai amato come Gesù – il figlio del Re – per il quale siamo stati plasmati nel profondo della nostra identità; verità alla quale ogni nostro passo del proprio personalissimo cammino deve condurre e deve portare a riscoprire per essere davvero “noi stessi” in libertà!

Don Giovanni